FLY SARONNO 2018
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FAVOLE

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dodo valentini
C’era una volta… queste tre semplici e banali parole, che sono proprie delle favole, racchiudono in sé la proprietà la proprietà di proiettare chi le ascolta, in una dimensione che per sé stessa dovrebbe  ben disporre la mente ad un mondo di fantasia che ha le radici nell’infanzia.
Forse sono diventato un nostalgico con tante primavere vissute, ed alludo alle tanto attese aperture, con il carico degli anni che mi inducono a guardare dietro le spalle.
Ancora oggi, dopo tanto tempo, mi coglie una lieve vertigine quando mi avvicino alla pool e devo decidere strategia e raschio dove iniziare, ma è una sensazione di breve durata, poiché il richiamo suadente del fiume annulla le perplessità e mi risucchia totalmente con quella sensazione di simbiosi che solo la PAM mi sa dare.
Credo di poter condividere questo stato d’animo con altri che non sono di rigide verità ad oltranza, più pensi e più capisci, così riesci a cogliere cose, situazioni mentali, non viste ma immaginate.
Parafrasando il noto detto “ci sono più cose sotto la superficie di un fiume di quanto la mente di un pescatore possa immaginare”, questa pratica esige tempi precisi, aprire la conoscenza ad un mondo segreto, con ritmi e movimenti nascosti, velati dall’acqua, fatto di forme ed essenze, logiche naturali legate ad esigenze primordiali, sovente sfuggevoli se l’approccio è superficiale e dettato da fretta e scontatezza.
Nel mondo sommerso accadono fenomeni strani, con questo termine intendo una miriade di dettagli che di volta in volta bisogna considerare e tenere in debito conto.
Comportamenti a dir poco bizzarri da parte dei pesci, che nel loro ambiente fatto di liquidità, corrente, ostacoli, temperatura ed insetti, a loro volta subordinati a ritmi che rispondono e dipendono da leggi naturali.
Le nostre imitazioni dovranno quindi tenere conto, oltre all’aspetto meramente imitativo, e qui viene il bello, l’illusione di eguagliare la perfezione della natura con mosche macroscopicamente false, imitazioni che si possono definire proposte indecenti che peraltro in molti casi si rivelano credibili.
Nonostante tutto, mi sento di dire che sono un piatto per palati non raffinati, alludo a certi pinnuti che sarebbe meglio chiamare in altro modo, vista la scarsa o addirittura mancanza delle pinne stesse, mosche finte per pesci finti, lanciate da pescatori… lasciamo perdere, questa è un’altra storia.
Tuttavia i pesci non sono stupidi come sembrano, bisogna ingannarli con un gioco dalla trama intelligente che non si consuma con uno sfogo meccanico, ma si esaurisce con un tocco di fantasia ed elasticità, trovare all’improvviso l’idea giusta, liberare l’istinto per la conquista dell’obiettivo, essere sempre ben presenti in quello che sta succedendo.
Mi ritrovo un poco perplesso nel constatare che gli ultimi dei tanti PAM svezzati in molti anni, giovani e meno giovani, nelle loro scorribande lungo il fiume trovano sempre recessi, posti segreti che regalano costantemente prede di buona taglia e quantità.
Trote fario ammucchiate nello stesso corrente che famelicamente mordono le mosche, mordono per modo di dire, visto che di denti ne hanno pochini, comportamenti per niente elusivi, pesci presi o sbagliati che cadono nella stessa trappola con continuità, imitazioni strane, carnevalesche nella loro veste, che comunque vengono aggredite.
Come sostiene il mio abituale e da sempre compagno di pesca Francesco, con cui ho condiviso tutta la mia vita di PAM e molto altro, che se si vuole praticare questa attività con gratificazione e concretezza è fondamentale avere un approccio scientifico, tenendo conto della conoscenza di chiunque relaziona l’argomento, perché si tratta di esperienza codificata, testata in anni di attività, pertanto se si vuole essere propositivi, con nozioni proprie migliorative, ascoltare e farne tesoro.
Ascoltando questi neo pescatori con la “frusta” legati all’obbedienza della logica che impone la bella e nutrita cattura ad ogni costo, mi verrebbe da dire qualche cosa, poi penso: criticare in privato e lodare palesemente, allora taccio, ma mi rendo conto di essere un pescatore modesto se mi confronto con loro.
Perplessità! Interrogata la mia memoria non mi ha data nessuna risposta, passato e futuro che si mescolano ed eccitano la fantasia, le favole con i loro misteri, è proprio vero che non ci sono più i pesci di una volta.  
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